mercoledì 5 ottobre 2011

“Bersani paralizzato dal terrore”

dai giornali di oggi, mercoledì 5 ottobre


Italia Oggi (Sergio Soave) - Stupisce la capacità della maggiore forza di opposizione, il Partito democratico, di mettersi nei guai. Pierluigi Bersani, che secondo lo statuto del partito dovrebbe essere automaticamente il candidato alla presidenza del Consiglio, si vede assediato da altri maggiorenti che non intendono lasciargli cogliere questa possibilità … In realtà, al di là dell'inestricabile problema della leadership, quel che agita il gruppo dirigente democratico è la prospettiva delle alleanze, che, senza fatti nuovi, sembra destinata a chiudersi con l'accordo soltanto con Antonio di Pietro e Nichi Vendola. L'idea di governare in una fase, che sarà ancora lunga, di crisi economica e di tendenziale recessione con questa compagnia, fa paura ai moderati, non solo cattolici, che lo dicono, e ai riformisti, che si limitano a pensarlo … Paralizzato da questo terrore, Bersani sa solo ripetere le giaculatorie sulle dimissioni di Berlusconi … Il Pd si troverà intrappolato comunque in alleanze che non gli permetteranno di governare efficacemente, com'è già accaduto due volte a Romano Prodi.

Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - … Le vie intermedie, come i governi di transizione o di «responsabilità nazionale», risultano seducenti quando sono percorribili. Ma non sempre lo sono. Nei palazzi romani, ad esempio, si parla spesso e volentieri di governi d'emergenza … ma con ogni evidenza le forze politiche non sono pronte a collaborare fra loro …

Il Secolo (Girolamo Fragalà) - Ma sì, diciamolo, è sempre colpa sua. Se parli di cinema, fumetti in tv, calcio, mercatini alla Porta Portese, punta il dito contro Berlusconi, prezzemolino in ogni minestra, e risolvi ogni problema. Anzi, finisci pure per attirare su di te i riflettori senza il minimo sforzo …

Il Corriere della Sera (Ferruccio De Bortoli) - Le agenzie di rating valutano l'affidabilità di un debitore. Formano un oligopolio a volte collusivo. E sono tra le maggiori responsabili della crisi finanziaria. Diedero, tanto per fare un esempio, la tripla A, il massimo dei voti, a Lehman Brothers poco prima del suo fallimento. Ma, piaccia o no, chi investe non può non tenere conto del loro giudizio … Gli hedge fund, i fondi speculativi, non hanno cuore. Sono spietati con chi si mostra debole. Ma noi non lo siamo, potremmo obiettare, abbiamo dopotutto la seconda industria manifatturiera d'Europa. Sì, il debito sfiora i 2.000 miliardi, più o meno il valore del patrimonio pubblico, ma la ricchezza netta privata è quattro volte tanto … La nostra ricchezza pro capite è quasi il triplo di quella iberica. Il debito è il doppio, ma il deficit circa la metà …

Milano Finanza (Roberto Sommella) – L’uscita della Fiat da Confindustria sarà pure sopportabile, ma sta provocando una piccola slavina. E tra i prossimi possibili candidati ad abbandonare Viale dell’Astronomia e il «partitino di Emma», come lo ha ribattezzato Sergio Marchionne, spunta addirittura Finmeccanica

Il Messaggero (Luciano Costantini) - … Ieri, intanto, ad annunciare un nuovo divorzio è stata la Cartiere Paolo Pigna, azienda del settore cartotecnico. A formalizzare l’atto, il presidente e amministratore delegato, Giorgio Jannone … Annuncio corredato, ovviamente, da una spiegazione: «Confindustria deve rappresentare tutti gli iscritti, senza assumere posizioni marcatamente politiche e senza porre ultimatum al governo, senza avallare candidati politici o annunci a pagamento ... Ritengo che la nostra uscita, dopo quella di Fiat, possa rappresentare un segnale non privo di significato». Comunque la si metta lo strappo di Sergio Marchionne, al di là di esigenze imprenditoriali e contrattuali più o meno legittime, ha assunto un chiaro segno politico …

Il Foglio – Quale Confindustria lascia Emma Marcegaglia? … Sarà pur vero che la Fiat "rappresenta in termini contributivi poco meno di 5 milioni di curo, l’1%". Ma è altrettanto vero che ora i veri padroni di Confindustria diventano Eni, Enel, Poste, Ferrovie, Finmeccanica: gruppi pubblici che difficilmente vorranno imbarcarsi in altre crociate contro chiunque sia al governo visto che sono aziende controllate dal ministero dell’Economia e i cui vertici sano dunque nominati dal governo … Resta l’ultima lascito della Marcegaglia: la repentina conversione alla patrimoniale per ridurre L’Irap. Il fine è lodevole, il mezzo incomprensibile … Sostituire una tassa ingiusta con un’altra tassa "sui ricchi" si chiama redistribuzione: è da sempre vessillo della sinistra e della Cgil.

Il Tempo (Francesco Damato) – Un ministro, specie se particolarmente esposto per il suo ruolo, e per giunta all’estero, com’è stato ieri il caso di Giulio Tremonti, non può “dire così per dire” e giustificarsi dietro il paravento di “una battuta” …

La Stampa (La Jena) – Svegliatemi quando Tremonti avrà smesso di smentire le sue fesserie.

Il Riformista (Alessandro Calvi) - Dice Giuliano Mignini, uno dei pm che hanno sostenuto l’accusa nel processo per l’uccisione di Meredith Kercher, che «il nostro sistema giudiziario è il più garantista di tutti, forse anche un po’ troppo». Un’osservazione del genere, se esce dalla bocca di un pubblico ministero, lascia addirittura interdetti … Il primo paradosso è che la Procura aveva annunciato il ricorso per Cassazione ben prima della sentenza. Eppure, la Cassazione non è un terzo grado di giudizio di merito ma è giudice di legittimità … Ebbene com’è possibile annunciare un tale ricorso prima della sentenza d’appello? Semplicemente non è possibile. Se lo si fa, si dimostra di avere un’idea un po’ troppo antagonistica, per cos’ dire, della giustizia …

Libero (Filippo Facci) - Il giudice dell’udienza preliminare del processo Ruby – l’ha raccontato il Corriere - ha cambiato la data del presunto reato e l’ha posticipata da settembre a dicembre 2009, evitando così che il processo venisse spostato a Messina e rimediando a un autogol dei pubblici ministeri … A Milano, in generale, sono fantastici: fanno quello che gli pare, come gli pare quando gli pare …

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