fonte: il Mattinale
La Lega ha scelto di stare all’opposizione del governo Monti. Non una chiusura aprioristica sui singoli provvedimenti che verranno proposti, ma un “no” dettato dalle necessità di tener viva la memoria che la legittimità di chi governa non può essere l’esito di alchimie istituzionali, ma di un voto popolare. Paradossalmente proprio questo “no”, nelle sue motivazioni, mostra come la Lega non sia una costola della sinistra ma semmai del centrodestra. E ci apparenta con il partito di Bossi nella concezione della democrazia. La differenza è che il Popolo della Libertà, come partito di maggioranza relativa, non può sottrarsi a un appello all’unità lanciato con autorevolezza dal presidente della Repubblica, in presenza di fattori gravissimi che imponevano e impongono di non avventurarsi in un periodo di dura campagna elettorale, esponendo il nostro Paese alla aggressività del mercato finanziario, e peggio ancora ad una ferita alla coesione sociale fin qui conservata grazie al governo Berlusconi-Bossi.
La Lega responsabilmente non ha tratto conseguenze traumatiche da questa differente valutazione tra forze alleate. Le coalizioni di centrodestra che guidano con eccellenti risultati quattro regioni del Nord, di cui due con la presidenza del Carroccio, non sono state messe in discussione. Questo è un segno chiaro di come i contenuti programmatici e il modo di intendere il governo degli italiani ci accomunino. È una prefigurazione del futuro prossimo.
Il Pdl non ha costituito una nuova maggioranza con il Partito democratico e con il Terzo Polo: dà sostegno a Monti, non a chi sostiene Monti. Sarebbe un danno aggiuntivo molto grave dell’assalto speculativo all’euro e all’Italia, se la Lega rompendo con il Pdl finisse per dar ragione a chi ha voluto abbattere a colpi di calunnie e di cannonate finanziarie il governo Berlusconi, facendo così un regalo alla sinistra.
Lupi: con Lega non sono cambiati il rapporto e la stima
La separazione tra Lega nord e Pdl non e' venuta meno perche' "e' cambiato il rapporto tra di noi e la stima vicendevole" e non significa che non si debba fare "ancora un lungo cammino insieme". Lo ha detto il vicepresidente dei deputati del Pdl Maurizio Lupi nel corso della trasmissione "Ballaro'", in onda su RaiTre. L'intesa "e' caduta perche' nessuno si immaginava quel famoso martedi' che gli spread sarebbero arrivati a quota 500", con tutte le ricadute sull'economia e sul lavoro.
Maroni: Berlusconi, innovatore della politica
I festeggiamenti di piazza per le dimissioni di Berlusconi ''sono stati uno spettacolo deplorevole e ingiusto''. Lo sostiene l'esponente della Lega, Roberto Maroni, secondo il quale ''Berlusconi ha tanti difetti ma anche pregi: e' uno dei grandi innovatori della politica italiana ed avra' modo di riscattare questa brutta immagine che e' stata data dalla piazza che ha mostrato una brutta voglia di linciaggio''.
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