lunedì 12 dicembre 2011

Monti-sindacati, due ore di incontro ma niente accordo




ROMA
Lo sciopero oggi ci sarà, così come quello di lunedì prossimo. Tra il governo e i sindacati c’è stato un incontro durato oltre due ore e concluso alle 10,30 di sera, ma con nessun risultato. Da una parte i rappresentanti dei lavoratori hanno presentato «la» questione dirimente, cioè quella dell’«equità», secondo cui, a loro avviso, a pagare il prezzo esoso di questa manovra economica sarebbero sempre i soliti: lavoratori dipendenti e pensionati.

Dall’altra il governo ha opposto le ragioni incontrovertibili dei numeri: non ci sono margini per una riduzione dell’Imu sulla prima casa (oltre le esenzioni già accordate) né per rivedere la raggelata sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita. E soprattutto, data l’«estrema emergenza finanziaria», il governo «ha ribadito l’imperativo di mantenere invariati i saldi del pacchetto in discussione in Parlamento, nonché la composizione e la natura strutturale dei provvedimenti». La ministra Elsa Fornero, parlando nel primo pomeriggio alla «Crisi in mezz’ora» con Lucia Annunziata, aveva espresso tutta la sua disponibilità sia pur con il vincolo dell’intangibilità dei saldi finali: «Quindi - aveva detto - se all’interno di questi saldi ci sono spazi per ridurre l’area di deindicizzazione, ossia di ampliare la platea di coloro che potranno l’anno prossimo e nel 2014 avere una sorta di indennizzo per l’inflazione che ci sarà, oppure anche di rimodulare questa nuova imposta sulla casa noi saremo felici di questo, però bisogna trovare altri soldi». L’incontro con i sindacati comincia, dunque, sotto infausti auspici. Sono le 20, quando le delegazioni di Cgil, Cisl, Uil e Ugl varcano il portone di Palazzo Chigi: Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Giovanni Centrella.

L’incontro è definito dal protocollo come «informale», non si tratta quindi di una consultazione (che c’è già stata) né di una trattativa che non potrebbe esserci a rigore, stante la proclamazione di uno sciopero per l’indomani. Sopra, al piano nobile del palazzo, la delegazione del governo è costituita dal presidente del Consiglio Mario Monti, dalla ministra Elsa Fornero (Welfare) e dal viceministro Vittorio Grilli (Economia). Susanna Camusso, intrattenendosi brevemente con i cronisti prima di entrare, non è apparsa particolarmente ottimista: «Se rimane così come è per noi la manovra resta insostenibile: pagano ancora e sempre i soliti». Raffaele Bonanni, davanti allo stesso portone, rincara: «Dipende tutto dal presidente del Consiglio, se dovesse prospettare soluzioni per i pensionandi, a quel punto la trattativa diventa una cosa seria, ma mi pare che non ci siamo». È il momento, secondo Bonanni di mettere «le mani sulla spesa pubblica: si agisce subito su pensionati e pensionandi, si agisce tardi su spesa pubblica e su spese politici». È, prosegue, «una manovra recessiva, fatta al 60% di tasse».

Alle 22,20 i leader sindacali, stanchi, scendono in sala stampa. La battaglia è stata campale ma i risultati deludenti. «Se la soluzione si chiama indicizzazione e Imu - commenta Susanna Camusso - non risponde alle richieste che abbiamo fatto». Raffaele Bonanni aggiunge che i sindacati hanno «chiesto di prendere in forte considerazione la riduzione drastica della spesa che riguarda le articolazioni dello Stato, riorganizzando lo Stato anche nelle sue articolazioni locali», e di cercare lì i soldi a copertura delle misure proposte. Ma anche anche su quel fronte nessuna replica. «Il risultato finale - ha sintetizzato Angeletti - non è stato per nulla soddisfacente». Il Governo fa invece sapere di aver «fornito precisazioni e chiarimenti nell’intendimento di rappresentare dettagliatamente gli elementi di equità presenti nel decreto». «I mercati ci guardano - ha spiegato Monti ai leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl - L’Italia deve collocare i suoi titoli di Stato, tentando di abbassare la spesa per interessi».

Il rigore pertanto deve essere assoluto. Quanto alle richieste dei sindacati e quelle maturate in Parlamento il premier dice di aver «ascoltato attivamente il Parlamento e questa sera i rappresentanti sindacali. Alla luce delle opinioni raccolte, il Governo renderà note le sue determinazioni nel più breve tempo possibile».

RAFFAELLO MASCI

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