venerdì 30 settembre 2011

Il Pd? Guarda e non capisce

dai giornali di oggi, venerdì 30 settembre



Corriere della Sera (Antonio Polito) - … Non solo il ministro Sacconi diceva il vero, quando giurava che le norme sul mercato del lavoro nella lettera della Bce c'erano eccome. Ma ve lo immaginate un governo Bersani che debba «ridurre lo stipendio ai dipendenti pubblici», «privatizzare su larga scala la fornitura di servizi locali», «rendere più rigorosi i criteri per le pensioni di anzianità», e «introdurre l'uso sistematico di indicatori di performance nel pubblico impiego, soprattutto nei sistemi giudiziario, sanitario e dell'istruzione», cioè nelle casematte della sinistra? …

La Stampa (Giacomo Galezzi) - Alla festa della Gendarmeria il cardinale Tarcisio Bertone ha incontrato il sottosegretario di Palazzo Chigi Gianni Letta e il ministro degli Esteri, Franco Frattini rinnovando «costruttiva collaborazione» e accettando per la prossima settimana un bilaterale in Vaticano … nel momento di maggior tensione tra il governo Berlusconi e le gerarchie ecclesiastiche è il braccio destro del Papa a riaprire un canale di contatto. A Gianni Letta, Gentiluomo di Sua Santità e tradizionale mediatore nei Sacri Palazzi, ha dato man forte il titolare della Farnesina che ha saputo trovare i toni … Poi ha individuato nella cooperazione sulla situazione libica un terreno di confronto e una convergenza di interessi in virtù dei quali tenere accesa la fiamma del dialogo tra l’esecutivo e la Santa Sede … In Segreteria di Stato … l’esecutivo di centrodestra «incassa» un’opportunità per rimanere l’interlocutore privilegiato. «Il dialogo va avanti», garantisce il ministro …

Corriere della Sera (Enrico Marro) - … Per il centrosinistra, …, si apre un problema di coerenza: la Bce e Draghi vanno bene quando criticano il governo, salvo poi scoprire che lo criticano perché non fa le cose che soprattutto le opposizioni non vogliono. Il 24 giugno scorso la direzione del Pd, allora riunita, salutò con un lungo applauso la notizia della nomina di Draghi alla guida della Banca centrale (si insedierà il primo novembre): lo stesso Draghi che ieri il Pd ha chiesto sia convocato in audizione in Parlamento. E lo stesso che invece aveva riscosso il plauso di tutta l’opposizione il 31 maggio, quando, con le annuali «Considerazioni finali», aveva criticato le carenze dell’azione di governo, in particolare sulla crescita dell’economia … Ieri, grazie al Corriere, la missiva segreta è finalmente diventata pubblica. Ma il contenuto ha riservato amare sorprese all’opposizione. Eppure, solo qualche settimana fa Sandro Gozi, responsabile delle politiche europee del Pd, invitava il ministro dell’Economia Giulio Tremonti a dimettersi, perché «la sua manovra non rispetta le indicazioni di giugno della Commissione, ribadite a Berlusconi con la lettera della Bce». E il leader della Cgil, Susanna Camusso, in un’intervista all’Unità per lanciare lo sciopero generale del 6 settembre, aveva perfino sfidato il ministro del Welfare. «Sul lavoro Sacconi dice che l’intervento lo ha chiesto la Bce», osservava Rinaldo Gianola. «Non è vero - replicava Camusso -. Sono pronta a leggere la lettera inviata dalla Bce al governo e a confrontare le richieste di Francoforte con la manovra». Parole imprudenti …

Il Tempo (Nicola Imberti) - … Ora si può avere qualsiasi posizione. Minzolini può essere considerato un pessimo direttore, un pessimo giornalista, …, persino una persona antipatica, ma la Guardia di Finanza ha sicuramente meglio da fare che raccogliere ordini di servizio. E allora perché non mandare l'Esercito, i Caschi Blu, i Navy Seals? «Rispetto i magistrati - ha spiegato il giornalista in un editoriale andato in onda nell'edizione del telegiornale di ieri sera -, ma a volte non posso non rimanere perplesso di fronte ai loro comportamenti. Mandare la Guardia di Finanza negli studi del Tg1 se non è un'intimidazione, è sicuramente un'esagerazione che finisce per avere un'amplificazione mediatica. Se me lo avessero chiesto avrei portato io stesso i documenti ai magistrati. L'amplificazione mediatica è il vero problema della giustizia» …

Il Riformista (Tommaso Labate) - … Alfano a luglio l’aveva detto … senza giri di parole: “Dobbiamo fare un partito serio”, “rivolgerci al popolo dei moderati italiani che non se n’è andato a sinistra”, “ragionare nella prospettiva Ppe” …

Corriere della Sera (Paolo Franchi) - … E il Pd? “Guarda, e non so nemmeno se capisce”, scrive sul Riformista Emanuele Macaluso, che dal Pci ha incarnato l’anima più laica, ma sulla questione democristiana, e sulla questione cattolica, come tutti o quasi i comunisti italiani si è cimentato con alterne fortune per una vita. Difficile, molto difficile dargli torto. Il silenzio dei democratici è totale e anche imbarazzante…

Il Giornale (Stefano Zurlo) – E’ la venticinquesima volta che le accuse finiscono in niente. Assoluzione, prescrizione, più spesso archiviazione, senza nemmeno passare per il filtro dell’udienza preliminare. L’ultima indagine a chiudersi con un nulla di fatto, sulle trentatrè aperte dal 1994, è quella nata dopo il discorso del 13 giugno 2009 a Santa Margherita Ligure.

Il Foglio - Per carità, la scrittura è pur sempre brillante e il fraseggio rivela un linguaggio giornalistico di ben collaudata professionalità, ma era davvero impossibile ieri, leggendo il Corriere della Sera, non raffrontare il fervorino di Aldo Cazzullo, don Cazzullo, con l’editoriale scritto il giorno prima, sullo stesso giornale, da Angelo Panebianco. Al di là delle inevitabili sfumature, il tema era pressoché lo stesso: il conflitto, sempre più acuto e incancrenito, tra politica e magistratura; o, se si preferisce, tra il partito della "spallata giudiziaria" e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Panebianco non ha usato né bambagia né guantini di velluto e, fedele al suo stile, ha tentato di analizzare senza compiacenze e senza reticenze quella che lui ritiene una questione centrale della nostra vita democratica, meritandosi gli insulti del Vernacoliere delle questure. "La magistratura - ha scritto - non dispone più del prestigio di cui godeva ai tempi di Mani pulite". "Persino il più ottuso dei cittadini capisce che centomila intercettazioni per una inchiesta sono cose da pazzi (e il Csm sta zitto), persino il più fiducioso rimane disorientato vedendo procure che si sbranano e inchieste che rimbalzano come palline da ping pong fra Napoli, Roma e Bari". Che le parole di Panebianco non fossero un brodino per lungodegenti si è capito dal fatto che nel giro di ventiquattr’ore il politologo bolognese s’è dovuto sorbire non solo una disarmata e disarmante risposta del vice presidente del Csm ma pure gli sberleffi di quei focolarini delle manette di fronte ai quali non bisogna mai mettere in dubbio la sacralità delle procure. Ma si è capito soprattutto dal fatto che il giorno dopo sia prontamente intervenuto Cazzullo. Con un’articolessa che, con la pretesa di interpretare l’indignazione di un "paese che guarda attonito" le scelte del Parlamento sul caso Romano e tutti gli altri che lo hanno preceduto, voleva in realtà rimettere ogni cosina al suo posto e rimarginare lo strappo provocato da Panebianco. Un editoriale riparatore, quello di Aldo Cazzullo, quasi una prolusione. Dove il birignao moralisteggiante contro le nefandezze della classe politica puntava sostanzialmente a ripristinare il primato delle procure (che, birichine, ogni tanto abusano però della carcerazione preventiva) e a seppellire sotto la muffetta del conformismo le questioni, dure e drammatiche, sollevate da Panebianco per avviare finalmente un dibattito di alto profilo sulle regole e sui rimedi. Peccato. Soprattutto per un giornale serio e autorevole come il Corriere.

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